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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

Il sito della parrocchia:

https://www.parrocchiasanclementepaparoma.com/

domenica 30 giugno 2013

Domenica 30-6-13 - 13° Domenica del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità – salterio: prima settimana– colore liturgico: verde– Letture della Messa - avvisi parrocchiali e di A.C.

Domenica 30-6-13  -  13° Domenica del Tempo Ordinario -   Lezionario dell’anno C per le domeniche e   le solennità – salterio: prima settimana– colore liturgico: verde– Letture della Messa -  avvisi parrocchiali e  di A.C.


Osservazioni ambientali: temperatura 22 C. . Cielo: sereno; è un magnifica giornata di estate romana, ideale per passeggiate nei parchi e nel centro storico. Canti: ingresso,Vocazione; Offertorio, Le mani alzate; Comunione, Vieni con me. Il gruppo di AC era nei banchi a sinistra dell'altare, guardando l'abside.

Buona Domenica a tutti!

Prima lettura
Dal primo libro dei Re (1Re 19,16b.19-21)

In quei giorni, il Signore disse a Elia: "Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al  tuo posto". Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio Safat". Costui aveva dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: "Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò". Elia disse: "Va' e torna, perché sai che cosa ho fatto per te". Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.

Salmo responsoriale
Dal salmo 15

Ritornello:
Sei tu Signore, l'unico mio bene

Proteggimi o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: "Il mio Signore sei tu".
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.


Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati (Gal 5,1.13-18)

 Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l'amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uno gli altri! Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.

Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,51-62)

 Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l'ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: "Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?". Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villeggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". E Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre". Gli replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio". Un altro disse: "Ti seguirò, Signore; prima però lascia  che mi congedi da quelli di casa mia". Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio".


Sintesi dell'omelia della Messa delle nove in parrocchia
 Il tema del brano evangelico di questa domenica è la chiamata del Signore.
 Essa non comporta solo di scegliere tra il bene e il male, ma tra beni diversi, ad esempio tra gli affetti familiari e la dedizione a Dio.
 Nella prima lettura, in cui si narra della vocazione di Eliseo, Elia, dopo aver indicato in Eliseo il proprio successore nel ministero profetico  gettandogli addosso il suo mantello, consente ad Eliseo di andare a casa per salutare la madre e il padre,  condotta che è buona, manifestazione di affetto e di rispetto per i propri genitori. Nel brano del Vangelo secondo Luca, Gesù chiama i suoi seguaci ad una risposta più immediata. Questi insegnamenti sono situati nel racconto di quando Gesù prese la ferma decisione di andare verso Gerusalemme, quindi verso la passione, la morte, la croce.
 Nel viaggio Gesù mandò messaggeri davanti a sé e i Samaritani di un villaggio non vollero riceverlo. Ma egli, alla domanda dei discepoli se si dovesse invocare su di essi il fuoco dal cielo, come accaduto per Sodoma e Gomorra, rispose rimproverandoli. Bisogna tener conto che quei Samaritani, come gli abitati di Sodoma, avevano peccato nell'ospitalità agli inviati di Dio. E in definitiva quella gente aveva rifiutato la chiamata del Signore. Ma la volontà di Gesù non fu quella di punirli per questo.
 Nella sequela di Gesù non dobbiamo fare le cose secondo la nostra volontà, ma bisogna capire quale sia la volontà del Signore su di noi, anche quando è più difficile farlo, e seguirla senza esitazioni e fedelmente. Questo è richiesto per essere adatti per il regno di Dio.

Avvisi parrocchiali:
 nessun avviso

Avvisi di A.C.:
-le riunioni infrasettimanali del gruppo di AC riprenderanno il primo martedì di ottobre;
- si segnala il nuovo sito WEB dall'AC diocesana: www.acroma.it
- si segnala il sito WEB  www.parolealtre.it , il nuovo portale di Azione Cattolica sulla formazione;
- si segnala il sito WEB  Viva il Concilio http://www.vivailconcilio.it/
iniziativa attuata per conoscere la storia, lo spirito e i documenti del Concilio Vaticano 2° (1962-1965) e per   scoprirne e promuoverne nella società di oggi tutte le potenzialità.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sabato 29 giugno 2013

Sabato 29-6-13 - Solennità dei Santi Pietro e Paolo apostoli - Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità – salterio: proprio della solennità– colore liturgico: rosso– Letture della Messa - avvisi parrocchiali e di A.C.

Sabato 29-6-13  -  Solennità dei Santi Pietro e Paolo apostoli -   Lezionario dell’anno C per le domeniche e  le solennità – salterio: proprio della solennità– colore liturgico: rosso– Letture della Messa -  avvisi parrocchiali e  di A.C.


Osservazioni ambientali: temperatura 22  C. . Cielo: sereno e fresco; una bella giornata primaverile, più che estiva. Canti: ingresso, Nella Chiesa del Signore; Offertorio, Dov'è carità e amore; Comunione, Symbolum 77. Il gruppo di AC era nei banchi a sinistra dell'altare, guardando l'abside.

 
                                     
                                 Via Val Padana vista dal sagrato della chiesa parrocchiale
 
A Roma è anche festa civile. I  negozi (a parte quelli che aprono anche la domenica) sono in genere chiusi, così come gli uffici. Buona festa a tutti!


Prima lettura
Dagli  Atti degli apostoli (At 12,1-11)

 In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: "Alzati, in fretta!". E le catene gli caddero dalle mani. L'angelo gli disse: "Mettiti la cintura e legati i sandali". E così fece. L'angelo disse: "Metti il mantello e seguimi!". Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell'angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l'angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: "Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva".

Salmo responsoriale
Dal salmo 33

Ritornello:
Il Signore mi ha liberato da ogni paura

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.

Seconda lettura
Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo a Timòteo (2Tm 4,6-8.17-18)

 Figlio mio io sto per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone. Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli.

Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,13-19)

 In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.

Sintesi dell'omelia della Messa delle nove in parrocchia

 Oggi la Chiesa celebra la solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli. Fin dall'antichità questi due santi vennero celebrati insieme. E' segno che si vide sempre un legame stretto tra le loro due vite, nonostante fossero persone piuttosto diverse tra loro. Pietro, nato in Galilea, era un pescatore, che non aveva avuto una particolare istruzione. Ci viene presentato come un impetuoso, un emotivo. Paolo, nato a Tarso, nell'antica Cilicia, in Asia Minore, era stato alla scuola del maestro Gamaliele, a Gerusalemme. Era stato un fariseo, quindi una persona zelante nell'osservare la legge, non facile a cambiare idea. Pietro e Paolo rappresentano l'aspetto istituzionale e quello carismatico della fede. Sono necessari entrambi. E' per questo che i due santi vengono celebrati nello stesso giorno.
 Nella prima lettura Pietro ci viene presentato mentre dorme nel carcere dove era rinchiuso.  Lo si può pensare tranquillo, nonostante che sapesse bene che rischiava di essere giustiziato, come già era accaduto a Giacomo, il fratello di Giovanni. Nella seconda lettura Paolo affronta serenamente il tema della sua morte. Entrambi confidarono nel Signore, di essere liberati da lui.
 Nel ritornello del salmo abbiamo recitato il verso che fa: " Il Signore mi ha liberato da ogni paura". E' vero questo nella nostra vita? Crediamo veramente in questa liberazione?
 Pietro e Paolo erano due persone diverse tra loro, che ebbero anche qualche contrasto. Ma fecero sempre prevalere l'amore insegnato da Cristo, perché in ogni cosa fosse Cristo a crescere. C'è infatti uno stretto legame tra la Chiesa e Cristo, come tra il corpo e il capo.
 Le diversità tra noi possono essere una ricchezza, se però le componiamo, secondo l'amore insegnato da Cristo, in una comunione in Cristo, in modo che le differenze non creino divisioni.

Avvisi parrocchiali:
 nessun avviso

Avvisi di A.C.:
-le riunioni infrasettimanali del gruppo di AC riprenderanno il primo martedì di ottobre;
- si segnala il nuovo sito WEB dall'AC diocesana: www.acroma.it
- si segnala il sito WEB  www.parolealtre.it , il nuovo portale di Azione Cattolica sulla formazione;
- si segnala il sito WEB  Viva il Concilio http://www.vivailconcilio.it/
iniziativa attuata per conoscere la storia, lo spirito e i documenti del Concilio Vaticano 2° (1962-1965) e per   scoprirne e promuoverne nella società di oggi tutte le potenzialità.

 

domenica 23 giugno 2013

Domenica 23-6-13 - 12° Domenica del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità – salterio: quarta settimana– colore liturgico: verde– Letture della Messa - avvisi parrocchiali e di A.C.


Domenica 23-6-13  -  12° Domenica del Tempo Ordinario -   Lezionario dell’anno C per le domeniche e   le solennità – salterio: quarta settimana– colore liturgico: verde– Letture della Messa -  avvisi parrocchiali e  di A.C.
 
Osservazioni ambientali: temperatura  28° C. . Cielo: sereno, clima non afoso; è una magnifica domenica di estate romana. Canti: ingresso, Alzo gli occhi verso i  monti; Offertorio, Gesù per le strade; Comunione, Symbolum 77. Il gruppo di AC era nei banchi a sinistra dell'altare, guardando l'abside.
 
Buona Domenica a tutti!
 
Prima lettura
Dal libro del profeta Zaccaria (Zc 12,10-11; 13,1)
 
 Così dice il Signore: "Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito. In quel giorno grande sarà il lamento a Gerusalemme, simile al lamento di Adad-Rimmon nella pianura di Meghiddo. In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l'impurità".
Salmo responsoriale
Dal salmo 62

Ritornello:
Ha sete di te, Signore l'anima mia

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall'aurora io ti cerco,
ha sete di te l'anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz'acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
come labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
A te si stringe l'anima mia:
la tua destra mi sostiene.


Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 3,26-29)
Fratelli, tutti voi siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti siete uno in Cristo Gesù. Se appartenente a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca  (Lc 9,18-24)
 Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: "Le folle, chi dicono che io sia?". Essi risposero: "Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto". Pietro rispose: "Il Cristo di Dio". Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. "Il Figlio dell'uomo -disse- deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno". Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà".

Sintesi dell'omelia della Messa delle nove in parrocchia
  Chi è Gesù Cristo per noi, nella nostra esperienza personale? Un amico? Un compagno? Il tuo Dio? Non fa quello che chiediamo, quello che desideriamo. chi è per te, Gesù Cristo? Sono domande a cui tutti dovrebbero rispondere.
 Il brano evangelico di oggi ci presenta Gesù in un luogo solitario dove era andato a pregare. Segue un suo colloquio con i discepoli, aperto dalla domanda "Le folle, chi dicono che io sia?. Non vengono precisati il tempo e il luogo. Inizia con l'espressione.  "un giorno". La domanda quindi vale per tutti e per tutti i tempi.
 Gesù aveva già compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, le folle avevano quindi imparto a conoscerlo da questo evento prodigioso.
 Anche per noi è più facile dire che cosa pensa di Gesù la società del nostro tempo, quindi che cosa ne pensano gli altri. Ma la domanda importante è che cosa "tu" pensi di Gesù Cristo.
 Nel brano evangelico, Pietro risponde, a nome di tutti: "Il Cristo di Dio". Gesù, a questa risposta, non replica complimentandosi con Pietro o invitando i discepoli a partire per evangelizzare, per portare questa notizia anche all'altra gente. Vieta severamente ai discepoli di riferirlo ad alcuno. Non era la prima volta che Gesù diceva questo (ad esempio l'aveva detto quando aveva cacciato dei demòni  da una persona). Non era ancora giunto infatti il tempo di evangelizzare. Dovevano accadere eventi che Gesù profetizza, parlando di sé stesso come del Figlio dell'Uomo, un'espressione universalistica, e non di Figlio di Davide, che avrebbe richiamato ideali nazionalistici ebraici: egli doveva soffrire molto, essere ucciso e poi risorgere. Qualcuno voleva seguirlo? Doveva rinnegare sé stesso e prendere la propria croce ogni giorno. In fin dei conti, quindi, la cose più importante non è sapere chi è  Gesù, ma seguirlo, rinnegando sé stessi e prendendo la propria croce ogni giorno. La croce era il patibolo di condannati a morte. Essi portavano la propria croce una volta sola, il giorno in cui erano giustiziati. Gesù invece chiede di portarla ogni giorno e rinnegando sé stessi. Quindi rimanendo con lui rinnegando il proprio io, quindi anche quando non è comodo farlo, quando si va contro i propri desideri egoistici.  Altrimenti, non rinnegando sé stessi, non si segue Gesù, ma solo sé stessi.
 Il primo passo  è quindi il riconoscere che Gesù Cristo è "il" Signore. Il secondo passo è riconoscere che egli è il "mio" Signore. Non lo si può fare seguendo i propri desideri, la propria ragione. Bisogna sottomettersi alla volontà di Gesù Cristo, perché e Gesù Cristo che ci rende capaci di portare la nostra croce rinnegando sé stessi. E' impossibile farlo da soli. Soli siamo egoisti. Ma è possibile farlo rimanendo uniti a Gesù. Come rimanere uniti a Gesù. E' Gesù stesso a darci un esempio: pregando.  Egli ci invita a pregare come lui, ad entrare così in intimità con il Padre e con lui, chiedendo lo Spirito che ci rende capaci di seguire Gesù Cristo e di fare la volontà di Dio Padre.

Sintesi dell'omelia della Messa delle nove in un convento di suore non lontano dalla parrocchia
 Stando al dizionario, "rinnegare" è una brutta parola. Significa far mostra di non conoscere chi invece si conosce bene, perché si è stati legati a lui da rapporti di affetto, parentela, amicizia. Significa sottrarsi agli obblighi che di solito quei rapporti comportano. Ma che significa "rinnegare se stessi", vale a dire dimenticarsi di sé?  Nelle parole di Gesù che abbiamo letto nel brano evangelico della Messa, è uno dei due requisiti che occorrono per seguire il Maestro. L'altro è prendere la propria croce.
 "Prendere la propria croce ogni giorno" non è in fondo difficile. Le croci della vita sono le difficoltà e  i dolori che subiamo. A volte non è difficile sopportarli: un malessere passeggero, qualche contrarietà sul lavoro, una cattiva parola da una persona vicina. Altre volte è molto più impegnativo: una malattia grave e invalidante, di incerta guarigione; un matrimonio in difficoltà; un brutto incontro con persone malvagie.  Ma, in fondo, non occorre che le croci andiamo a cercarcele, ci vengono date nel corso della vita. A noi tocca caricarcele e spesso non possiamo fare diversamente. E alla fine c'è comunque "la" Croce. A questo non si può scampare.
 Per il "rinnegare sé stessi" è diverso. E' una cosa in cui la nostra buona disposizione conta di più.
 Nelle cose della vita di solito si cerca di conoscere bene sé stessi, di valutare le proprie capacità, di elaborare strategie, fare programmi, in  base alle situazioni che ci presentano e in relazione ai risultati che si vogliono conseguire.
 Per le cose di fede è diverso. "Rinnegare sé stessi" significa rinunciare a far conto su sé stessi e affidarsi invece a Gesù, mettersi a camminare dietro a lui, lasciando che sia lui  a fissarci la meta e a condurci verso di essa. Cercando di salvarci la vita da noi stessi, la perderemo. Seguendo Gesù, risorgeremo con lui.

Avvisi parrocchiali:
 nessun avviso
Avvisi di A.C.:
-le riunioni infrasettimanali del gruppo di AC riprenderanno il primo martedì di ottobre;
- si segnala il nuovo sito WEB dall'AC diocesana: www.acroma.it
- si segnala il sito WEB  www.parolealtre.it , il nuovo portale di Azione Cattolica sulla formazione;
- si segnala il sito WEB  Viva il Concilio http://www.vivailconcilio.it/
iniziativa attuata per conoscere la storia, lo spirito e i documenti del Concilio Vaticano 2° (1962-1965) e per   scoprirne e promuoverne nella società di oggi tutte le potenzialità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Guarire dalla corruzione, Emi 2013, di J.M.Bergoglio - scheda di lettura


Guarire dalla corruzione, Emi 2013, di J.M.Bergoglio - scheda di lettura

  Dopo l'inizio del nuovo papato si è stati curiosi di conoscere il pensiero dell'eletto sui vari temi religiosi e non che sono d'attualità da noi. Sono state rapidamente pubblicate in italiano alcune opere divulgative di papa Francesco risalenti a diversi anni fa, scritte durante il suo ministero di arcivescovo di Buenos Aires o ancora prima, che però riflettono abbastanza fedelmente il magistero del nuovo papa per come è stato espresso nelle prime occasioni pubbliche.
 L'editrice EMI quest'anno ha pubblicato Guarire dalla corruzione. Si tratta di un breve scritto pubblicato nel 1991, quando Bergoglio non era ancora vescovo, e poi riproposto nel 2005 da arcivescovo. Tratta della corruzione,  delle sue differenze dal peccato, delle sue caratteristiche e delle sue conseguenze.
  Sia nello scritto che nella presentazione anteposta alla ripubblicazione del 2005 non si fa riferimento a precise situazioni storiche. Nel 2005  si menzionò il fatto che spesso si parlava di corruzione con riferimento all'attività politica.
 La trattazione riprende un tema caro alla spiritualità gesuitica su base evangelica, vale a dire la distinzione tra mondo/mondanità  e regno/trascendenza. Sintetizzando: la corruzione è vista come una condizione personale in cui il cuore è attaccato al mondo, a tesori immanenti e determina quindi un atteggiamento mondano. Per Bergoglio  la corruzione è sempre caratterizzata dall'immanenza e dall'autosufficienza umana. La tensione verso la trascendenza è ciò che denota l'esperienza religiosa e la distingue da altre forme di impegno benefiche, come quelle che si attuano nelle associazioni caritative (ritorna spesso l'affermazione che la Chiesa non è una O.N.G, vale a dire una organizzazione non governativa  - realtà di cui in Italia non abbiamo in genere diretta esperienza perché si tratta di enti che operano nelle nazioni in via di sviluppo).
 I primi commentatori hanno centrato la loro attenzione su questa frase dell'opera: "Potremmo dire che il peccato si perdona, la corruzione non può essere perdonata".  La ragione di questo è che il corrotto non chiede perdono.
 Nel pensiero dell'autore bisogna distinguere peccato  e corruzione. Il peccato reiterato conduce alla corruzione, generando abitudini  che vanno deteriorando e limitando la capacità di amare, ripiegando i riferimenti del cuore su orizzonti più vicini all'immanenza.
 Nell'opera si cita Lc 12,19  per dare un esempio di autosufficienza umana e di attaccamento all'immanenza: avere molti beni, per molti anni; riposarsi; mangiare e bere; darsi alla gioia.
 Il corrotto non si accorge del suo stato di corruzione, non ha rimorsi interiori. E' come un malato e deve esser guarito. Cerca di salvare le apparenze, le buone maniere, per nascondere abitudini cattive. Al massimo accetta di essere considerato un debole  in certe cose, di avere punti deboli relativamente accettabili e giustificabili in società, si presenta allora come frivolo. Sottomette il suo vizio a un corso accelerato d buona educazione, perché risulti socialmente accettabile. In lui l'orizzonte della trascendenza è cristallizzato verso un più in qua difficilmente reversibile.
 Per giustificarsi in società, il corrotto paragona le buone maniere delle sue mancanze a condotte molto più gravi, estreme.  E dà del fondamentalista, dell'antiquato, del chiuso, della persona non all'altezza dei tempi a chi lo critica. Egli, così facendo, si erge a giudice degli altri, ma il suo giudizio è menzognero. Egli perde il pudore, ciò che custodisce la verità e che rende possibile l'autenticità, e va verso la sfacciataggine pudica.
 Il corrotto si sente un vincitore, ha atteggiamenti trionfalistici. Sente di avere il vento in poppa. E' possibile anche un atteggiamento di mondanità spirituale: quando in religione si confida nel trionfo della capacità umana e si centra tutto sul perfezionamento umano, adattando l'umanesimo cristiano a buon senso cristiano.
 Il trionfalismo del corrotto abbassa gli altri alla propria misura. Non conosce fraternità o amicizia, ma solo complicità. Se esercita potere tenterà di abbassare gli altri alla sua misura e li farà complici della sua scelta di stile, o li considererà dei nemici. Scrive l'autore: "Il peccato e la tentazione sono contagiosi; la corruzione è proselitista". La corruzione tenta di arruolare altri nello stato di corruzione.
 La corruzione è un fenomeno sociale che genera una propria cultura che mira a diffondere dei non-valori e a coinvolgere altri. E' una cultura di pigmeizzazione, perché mira ad abbassare gli altri ad un livello di complicità. E' una cultura frivola, sfacciata, che mira all'accettazione sociale promuovendo l'apparenza, in cui le buone maniere coprono le cattive abitudini.
 Si diventa corrotti attraverso un cammino lungo il quale si procede scivolando. Si può essere peccatori, ma non ancora dei corrotti. Si diventa corrotti quando la propria adesione all'immanenza si cristallizza. E tuttavia la reiterazione dei peccati può condurre alla corruzione. Sant'Ignazio di Lojola cercò di strutturare gli insegnamenti dei suoi esercizi spirituali in modo da suscitare stati dell'anima aperti alla trascendenza, senza che ci si riservi alcuno spazio immanente dentro di sé. Per contrastare la tendenza alla corruzione, bisogna andare oltre la conoscenza del  proprio peccato, bisogna raggiungere la conoscenza e il ripudio del disordine delle proprie azioni e delle cose mondane e vane.
 C'è una corruzione anche nella vita religiosa, spirituale. E' quando gli orizzonti si rimpiccioliscono e per quieto vivere o paura del dolore ci si demoralizza  e si arriva alla mediocrità  e alla tiepidezza, accontentandosi di ciò che offre il supermercato del consumismo religioso.  Si darà allora molta importanza alla  realizzazione immanente della propria personalità, nell'esito delle proprie opere, al compiacimento di sé per la stima di cui si è oggetto, a una vita sociale soddisfacente, con molti amici, mangiate e feste. Questa è la mondanità spirituale.
 I primi mesi del pontificato di papa Francesco hanno costituito un violento shock per il mondo cattolico italiano, storicamente molto impegnato nel sociale e nella politica. La Chiesa cattolica può essere paragonata a un'orchestra che suona sempre le stesse sinfonie, scritte da altri molto tempo prima, ma in cui conta molto la personalità del suo direttore. Ora si sono ripresi spartiti antichi, di musiche da tempo non replicate, e si sta provando sotto l'influsso della forte personalità del nuovo direttore. E' stato bruscamente interrotto un lavoro su problemi immanenti per inaugurare un tempo dell'interiorità e della purificazione. Questo ha anche avuto, in Italia, una rilevanza specificamente politica. Particolarmente accentuata dalla volontà del nuovo Papa, espressa in occasione della recente assemblea generale della C.E.I., di riservare alla Conferenza Episcopale Italiana le relazioni con la politica italiana, un novità senza precedenti nella storia d'Italia, veramente epocale. Si ricordi, ad esempio, che l'esperienza storica del cattolicesimo democratico italiana  è nata e vissuta nel confronto dialettico con il papato.
 Il problema della mondanità spirituale ha travagliato l'ultima fase del papato di Benedetto 16°. La scelta di Bergoglio come Papa può essere vista come un tentativo di porvi rimedio, come una cura. Le riflessioni che troviamo in Guarire dalla corruzione danno l'idea delle linee guida che verranno seguite. Ma esse sono valide anche oltre l'ambito religioso, dovunque si cerchi di intervenire nella storia secondo i principi di fede. Nell'Europa di oggi, al cui vertice troviamo il partito democristiano tedesco, espressione del cristianesimo democratico europeo, vale a dire di quel movimento che intese storicamente e ancora intende  conciliare fede e valori  religiosi e democrazia, e nell'Italia di oggi, ai cui vertici troviamo molti esponenti del cattolicesimo democratico italiano storico, quindi in una situazione politica tanto diversa da quella dell'Argentina da cui viene il nuovo Papa, bisognerà che il laicato italiano si confronti con la nuova direzione d'orchestra e con la nuova musica che si sta preparando, per valutare quali cambiamenti occorra introdurre nella cultura che fin qui ha determinato le varie forme di impegno sociale e politico che sono state attuate. Segnalo alcuni temi: mutamento dell'autorità religiosa di riferimento per l'ambito sociale e quello politico; minore importanza data al successo tattico; ripresa integrale dei valori religiosi, laddove finora l'attenzione era centrata prevalentemente su alcuni di essi (i valori non negoziabili); insufficienza di forme di compromesso etico giustificate con esigenze tattiche.


Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli.

 

domenica 9 giugno 2013

Domenica 9-6-13 - 10° Domenica del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno C per le le solennità – salterio: seconda settimana– colore liturgico: verde– Letture della Messa - avvisi parrocchiali e di A.C.


Domenica 9-6-13  -  10° Domenica del Tempo Ordinario -   Lezionario dell’anno C per le  le solennità – salterio: seconda settimana– colore liturgico: verde– Letture della Messa -  avvisi parrocchiali e  di A.C.

Osservazioni ambientali: temperatura 24° C. . Cielo: coperto, a tratti poco nuvoloso. Clima ventoso. Canti: ingresso, Beati voi; Offertorio, Quando busserò; Comunione, Symbolum 77. Il gruppo di AC era nei banchi a sinistra dell'altare, guardando l'abside.

Buona Domenica a tutti!

 
Prima lettura
Dal primo libro dei Re (1Re 17, 17-24)

  In quei giorni, il figlio della padrona di casa, [la vedova di Sarepta di Sidone], si ammalò. La sua malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elia: "Che cosa c'è fra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?". Elia le disse: "Dammi tuo figlio". Glielo presse dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: "Signore, mio Dio, vuoi fare del male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?". Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: "Signore, mio Dio, la vita di questo bambino torni al suo corpo". Il Signore ascoltò la voce  di Elia; la vita del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla madre. Elia disse: "Guarda! Tuo figlio vive". La donna disse a Elia: "Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità".

Salmo responsoriale
Dal salmo 29

Ritornello:
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
 

Ti esalterò, Signore perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta lavita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.


Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

 
Seconda lettura
Dalla lettera si san Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 1,11-19)

Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo; perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggio parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando  Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso  di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.

Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 7,11-17)

 
 In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: "Non piangere". Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Ragazzo, dico a te, àlzati!". Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi" e: "Dio ha visitato il suo popolo". Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.


Sintesi dell'omelia della Messa delle nove in parrocchia


 Nell'Antico Testamento è annunciato un successore di Mosé. Per i cristiani questa nuova guida è Gesù, il Cristo, il Messia atteso. Egli in sé compendia tutta l'opera e gli insegnamenti dei profeti precedenti: è "il" profeta della nostra fede.
 La prima lettura e il brano evangelico ci insegnano che Dio è per la vita.  Nel passo del libro dei Re il profeta Elia prega il Signore che la vita torni nel corpo del bimbo figlio della vedova che gli aveva offerto ospitalità e ottiene quello che chiede. Nel brano del Vangelo secondo Luca  Gesù ordina a un ragazzo morto di alzarsi, restituendolo vivo alla madre dicendogli: "Ragazzo, dico a te, àlzati!". Egli, in questo caso, non prega Dio, ma formula l'appello, perché egli è Dio.
 La morte  è conseguenza del peccato. Tutti siamo peccatori, quindi tutti dobbiamo morire. Anche Gesù è morto, non però perché fosse peccatore, ma perché ha preso su di sé i nostri peccati. In Cristo abbiamo la speranza che dopo la morte corporale ci sia  per noi una vita eterna.
 Dio, in Cristo, ci salva dalla morte, da quella corporale e da quella spirituale, dal peccato e dalle sue conseguenze. Così fece anche con san Paolo, come è narrato nella seconda lettura.
 Anche a ciascuno di noi Gesù quindi rivolge l'appello "Alzati!"

Avvisi parrocchiali:
 Sul sagrato parrocchiale alcune volontarie vendono prodotti etnici e altri da loro realizzati per una raccolta di fondi in favore dei bambini dell'Ecuador.


Avvisi di A.C.:
-le riunioni infrasettimanali del gruppo di AC riprenderanno il primo martedì di ottobre;
- si segnala il sito WEB  www.parolealtre.it , il nuovo portale di Azione Cattolica sulla formazione;
- si segnala il sito WEB  Viva il Concilio http://www.vivailconcilio.it/
iniziativa attuata per conoscere la storia, lo spirito e i documenti del Concilio Vaticano 2° (1962-1965) e per   scoprirne e promuoverne nella società di oggi tutte le potenzialità.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note brevi sui problemi posti per la fede cattolica dall'ideologia antidiscriminatoria che viene affermandosi in Europa con riguardo alle relazioni omosessuali


Note brevi sui problemi posti per la fede cattolica dall'ideologia antidiscriminatoria che viene affermandosi in Europa con riguardo alle relazioni omosessuali
 

 I cattolici italiani vivono in un contesto sociale in cui è prevedibile che verranno introdotte una disciplina giuridica delle relazioni omosessuali al modo del matrimonio tra uomo e donna e norme giuridiche che puniranno ogni atteggiamento offensivo o discriminatorio nei confronti degli omosessuali.  Ciò è conforme all'ideologia antidiscriminatoria che riguarda in genere gli orientamenti sessuali che si è affermata in Europa, nel Nord America e in altre parti del mondo. Si è di fronte a un movimento culturale e politico che non potrà essere contrastato con successo da movimenti religiosi, neanche dalla Chiesa cattolica. Di questo occorre prendere atto. Sicuramente a breve cadranno in Europa tutte le forme di discriminazione contro le coppie omosessuali, alle quali sarà consentita anche l'adozione di bambini.
 Dal punto di vista della fede cattolica i principali problemi all'integrazione delle persone omosessuali che vogliano vivere la propria sessualità sono costituiti dal dato biblico, dalla Tradizione e dal magistero di lunga data della gerarchia, sulle basi dei quali sono state espresse teologie discriminatorie nei riguardi delle persone omosessuali. Queste teologie utilizzano anche l'argomento della conformità a natura solo delle relazioni eterosessuali, in quanto l'orientamento sessuale è collegato con una fisiologia della procreazione in cui gli organismi corporei del maschio e della femmina sono complementari.
  Nella pratica recente delle collettività religiose cattoliche, in particolare di quelle parrocchiali, in genere si cerca di non respingere le persone omosessuali solo per il fatto che manifestano questo orientamento sessuale. Si fa questo basandosi sul comandamento dell'amore misericordioso che si ritiene essere legge suprema nella vita di fede. Per quanto mi consta è però ancora piuttosto problematica, e io non ne ho esperienza da diretta osservazione, l'integrazione delle coppie omosessuali e ciò a differenza di ciò che avviene con le coppie eterosessuali in cui uno dei conviventi sia legato da un precedente matrimonio religioso.
 In generale la dottrina di fede considera non casto e quindi peccaminoso il rapporto sessuale tra persone che non sono legate da un matrimonio eterosessuale (tra una moglie femmina e un marito maschio).  A maggior ragione le relazioni sessuali di questo genere.
 I rapporti omosessuali sono stati colpiti però da una particolare disapprovazione nel quadro del magistero e di teologie correnti ancora nello scorso secolo. Ricordo che il "peccato impuro contro natura" (i rapporti e le relazioni omosessuali ed altre condotte contrarie alla fisiologia sessuale della procreazione) era inserito nel catechismo di Pio X (1905) tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio. Nel catechismo che ho utilizzato per la mia Prima Comunione c'era questa menzione, che da bambino mi risultò piuttosto oscura, non mi fu spiegata all'epoca e compresi solo da adolescente.  
 L'integrazione giuridica civile delle coppie omosessuali non comporta di per sé quella religiosa. Tuttavia, ottenuta la prima le coppie omosessuali di fedeli cattolici senza dubbio chiederanno anche l'altra, in particolare bussando alle porte delle parrocchie.
 Nell'arco di circa cinquant'anni si è passati dal concepire l'omosessualità come grave colpa morale al concepirla come malattia (deviazione o perversione sessuale) e poi come semplice espressione di un orientamento sessuale, senza alcun significato di immoralità o  patologico. L'evoluzione ha riguardato la considerazione sociale, non sempre la psicologia delle singole persone. Nelle nostre parrocchie abbiamo quindi persone più anziane che considerano le relazioni omosessuali e la stessa omosessualità un peccato gravissimo, altre meno anziane che le considerano una malattia e altre, le più giovani, che le considerano normali espressioni di una tendenza omosessuali.  Per quanto ho potuto constatare nella psicologia della maggior parte dei fedeli si è però cominciato a distinguere l'omosessualità, in particolare quella maschile, dalla pedofilia, vale a dire dalla perversione sessuale per la quale si cercano relazioni sessuali con impuberi o con persone nelle quali i caratteri sessuali secondari non si siano ancora pienamente manifestati (giovani adolescenti). Si è trattato di una conquista non facile, perché per un certo numero di fedeli il primo contatto con omosessuali maschili avviene da bambini abusati da preti con tendenze pedofile. Questa acquisita capacità di distinguere l'omosessuale dal pedofilo renderà più facile accettare le coppie omosessuali alle quali saranno dati in adozione dei bambini.
 Bisogna capire, per rendersi conto dei problemi che sorgeranno, che alcune forme di predicazione, anche certe omelie, riguardanti l'etica sessuale dei fedeli potrebbero a breve costituire addirittura reato, in quanto comportano prese di posizione offensive (considerare l'omosessuale un peccatore) o di incitamento alla discriminazione sociale.
 Il dato biblico e quello della Tradizione non appaiono facilmente superabili. Ma problemi analoghi sono stati risolti trattando della discriminazione contro la donne  e contro gli ebrei o degli atteggiamenti verso i fedeli di altre religioni.
 L'argomento fondato sulla naturalità delle sole relazioni eterosessuali è invece più facilmente superabile, sulla base di due considerazioni: la natura produce infinite varianti, tra le quali quelle, anche fisiologiche, degli orientamenti sessuali; nelle relazioni sessuali il dato culturale e sociale è molto importante e domina quello biologico.
 Tentativi di sistemazione teologia della materia in senso antidiscriminatorio sono stati compiuti, ma, per l'ordinamento della Chiesa cattolica, sarà fondamentale il magistero pontificio sul tema.
  Per quanto riguarda l'argomento delle adozioni di minori da parte di coppie omosessuali la cui relazione  è stata riconosciuta giuridicamente al modo del matrimonio, le discussioni che si fanno di solito sul tema appaiono spesso fondate su partiti presi e pregiudizi. In realtà vi è scarsa esperienza in merito, per il fatto che solo di recente, e solo in alcune parti del mondo (non in Italia), è stata consentita tale forma di adozione. I dati oggi disponibili provengono da quelle esperienze. Di solito si ritiene che, per lo sviluppo dell'orientamento sessuale del bambino, abbia importanza il contatto con i genitori, l'osservazione del modo in cui sono uomini e donne. Tuttavia non sembra che le persone cresciute in famiglie monogenitoriali abbiano avuto seri problemi in merito; a volte la figura di riferimento che occorre e che manca viene impersonata da altri soggetti, parenti, amici, insegnanti, preti o suore. Una volta abbandonata l'idea che la relazione omosessuale sia espressione di immoralità grave o di perversione, è solo l'esperienza che dirà se per un bambino vi siano problemi ad essere cresciuto da una coppia omosessuale. Naturalmente vi saranno da risolvere problemi che riguardano l'iniziazione alla fede dei figli adottivi (o naturali di una delle componenti di una coppia omosessuale femminile) di coppie omosessuali, in quanto essa non potrà avvenire con successo nel caso di discriminazione religiosa dei genitori.
 Più in generale nell'iniziazione religiosa di tutti i catecumeni, quindi nel tempo del catechismo, vi sarà il problema di dare una sistemazione al problema etico delle relazioni omosessuali,e quindi una spiegazione convincente in merito dal punto di vista religioso, e, in particolare, decidere se  si debbano prospettare, come esempi di vita buona dal punto di vista di fede, anche le relazioni d'amore stabili con persone dello stesso sesso, se animate da finalità analoghe a quelle che oggi vengono richieste ai coniugi eterosessuali. Il che comporterà anche prendere posizione sul tema della liceità religiosa di relazioni d'amore, nel corso della vita di una stessa persona, con persone dello stesso o di altro sesso.
 Osservo, infine, che le preoccupazioni che le soluzioni giuridiche che saranno attuate per il riconoscimento delle unioni coniugali omosessuali possano influire negativamente sulla disciplina del matrimonio eterosessuale sono fondate. Infatti la stabilità che ancora oggi si pretende, anche in sede civile, nei matrimoni eterosessuali mal si concilia in molti casi con le consuetudini delle coppie omosessuali, in cui si dà più importanza, quanto alla durata del rapporto, alla volontà dei conviventi. Il rischio, da un punto di vista religioso, è che anche per le coppie di coniugi eterosessuali, in applicazione del principio costituzionale di uguaglianza,  venga introdotto un tipo di matrimonio meno impegnativo nella sua durata, più facile da sciogliere. Questo allontanerebbe ulteriormente l'ordinamento del  matrimonio civile da quello religioso cattolico.
 
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli.